Sembri essere perfettamente inglese e perfettamente italiana in misure uguali! Ti senti più una che l’altra?

Essendo metà e metà, spesso mi sento nessuna delle due. Un vero italiano non mi considera italiana, ma anche alcuni inglesi percepiscono un cenno di accento diverso che mi rende difficile da piazzare. È come se mi trovassi su un’isoletta con un piede in ogni cultura. Ma questo mi permettere di scegliere – mi piace adottare le cose migliori di ogni cultura.

 La tua famiglia acquistò Montecalvi negli anni ’80 dal Conte Castelbarco e da allora divenne una tenuta vera e propria. I tuoi genitori avevano lavorato nel mondo del vino precedentemente? Cosa li ha condotti a Montecalvi?

È successo tutto grazie a mio padre, Renzo Bolli. Era umbro e appassionato di vini; ero un suo sogno nel cassetto poter produrre i propri vini.  Abbiamo vissuto in diversi posti, ma l’Italia continuava a chiamarci e alla fine degli anni ’80 quando mio padre andò in pensione, iniziò a cercare una proprietà. Fu Mario Schwenn, co-fondatore di Dievole, a portare mio padre in giro per le colline del Chianti Classico alla ricerca della sua tenuta perfetta. Mentre scendevano da Montefioralle verso Greve, mio padre spiò Montecalvi sulla collina opposta e disse “Voglio una proprietà come quella.” E così fu. Una tenuta condotta a mezzadria per secoli, che necessitava di tanto lavoro, ma che mio padre intraprese con tanta passione. Io mi inserii solo quando lui si ammalò, con l’aiuto del grande enologo Stefano Chioccioli che mi prese sotto mano, portandomi in vigna a osservare e assaggiare l’uva, e col tempo imparai a seguire il mio istinto.

Poi nel 2017, hai venduto l’azienda alla famiglia Drake. Però hai deciso di rimanere in azienda! Qual è il tuo ruolo ora? Secondo te, quali sono i cambiamenti più importanti che James e la sua famiglia hanno fatto da allora?

Era da un po’ di tempo che cercavo di vendere Montecalvi ma in modo discreto, quando un giorno nel mio Inbox arrivò un’email da un certo James chiedendomi se volevo vendere. Sembrava scritto nel destino; non ci potevo credere. Avendo accettato, anche se con grande dolore, di dover lasciare Montecalvi, non credevo di poterci neanche passare davanti, ma James mi ha chiesto di rimanere e di continuare a fare i miei lavori preferiti. Non ho potuto rifiutare. Ora mi occupo delle vendite e delle degustazioni. È un aspetto del mio lavoro che mi piace tanto perché mi ha permesso di conoscere delle persone affascinanti, e perché rendere il vino più logico per chi viene a degustare, di aprir loro una finestra sul vino un po’ come ha fatto Chioccioli con me, mi da tanta soddisfazione. È sempre stato un mio desiderio di essere molto aperta durante le degustazioni, di rendere il vino, questo prodotto avvolgente ma complicato, un pochino meno intimidatorio e più accessibile a tutti.

James e la sua famiglia hanno investito tanto dal loro arrivo nel 2017, ma ho gradito due novità in particolare: la vigna di Ciliegiolo e la selezione massale per salvare la Vigna Vecchia impiantata nel 1932. È difficile giustificare un investimento su una vigna con rese piccolissime, ma il suo frutto è così speciale. Sono strafelice che James ha capito il suo potenziale. Mi piace anche la nuova vendita diretta dove possiamo accogliere i clienti sia per degustare i vini che per acquistarli.

 È evidente che mostrare le vigne ai visitatori e degustare i vini con loro è la tua passione. Qual è stata la tua visita più memorabile e perché?

In realtà, sono tutte memorabili per me – mi piace davvero accogliere la gente e degustare con loro. Comunque, le mie degustazioni preferite sono quelle quando la parte ufficiale è finita e iniziamo a conoscerci meglio. Ho incontrato numerose persone veramente interessanti e genuine. Quando mi capita un gruppo così, mi sento in vacanza anch’io.

L’autunno è la stagione ideale per fare una passeggiata. Avendo vissuto a Greve per gran parte della tua vita, potresti condividere con noi uno dei tuoi percorsi preferiti?

 C’è un sentiero segreto dietro la casa di Montecalvi andando verso est, che costeggia il vecchio bosco di Uzzano (circa 2.5 ore). Prima si raggiunge un campo aperto dove ci sono dei bersagli per il tiro con l’arco. I miei figli si appoggiavano ai bersagli e fingevano di essere trafitti come in una battaglia medioevale. Girando intorno al bosco, si raggiunge il Castello di Uzzano, dove per anni c’era un branco di cavalli selvaggi. In fine, si scende giù e si arriva al cancello di entrata di Montecalvi. Eravamo sempre fiduciosi di trovare qualche porcino per la cena, ma abbiamo presto capito che i Grevigiani sono molto protettivi della posizione dei loro funghi e questa informazione non la condividono mai!

Se dovessi scegliere solo uno dei vini di Montecalvi da portare su un’isola deserta, quale sarebbe e perché?

Senza dubbio sarebbe il VV, perché dopo averlo presentato per la prima volta con l’annata 2004, l’ho seguito in tutto il suo percorso. Per me questo vino è etereo ed emozionante, e avendo dovuto lottare così tanto per farlo riconoscere, ha un significato molto personale per me.

Add comment

Name
E-mail
Website
Comment